lunedì 20 febbraio 2012

Il fascino delle cento Chiese di Vittorio Sgarbi


Non esistono dubbi Noto è di certo la capitale del Barocco siciliano. Che si esprime nella forma migliore nelle sue quattro bellissime chiesei San Francesco all'immacolata, preceduta dalla sua imponente scalinata, il Monastero del Santissimo Salvatore, il Convento di Santa Chiara e la Cattedrale di San Nicolò, con la sua scenografica facciata introdotta da un'ampia scalinata e circondata dai due campanili, massimo tempio religioso della diocesi del Suditalia, gioiello simbolo del tardo Barocco del Vai di Noto, Patrimonio dell'Umanità Unesco,rimessa in piedi dopo il crollo del 1998. Ma per me, che ormai ho eletto la Sicilia a mia seconda patria, l'emblema del Barocco rimane Modica.
La città dalle 100 chiese, che affascinò poeti e viaggiatori, mantiene un fascino irresistibile, che mi ha completamente soggiogato. Il centro è ancora diviso in due, in nome di un'antica rivalità. Ed è per questo che vanta due Duomi: quello di San Giorgio, uno dei più spettacolari esempi di Barocco ibleo, e quello di San Pietro La disputa su quale sia la più bella delle due chiese non si risolverà probabilmente mai. Modica mi affascina anche perché qui alloggio sempre all'Hotel Palazzo Failla [tel. 0932941059, www. palazzofailla.it, doppia da 80 euro], che conserva intatta l'atmosfera di un autentico palazzo nobiliare siciliano: dall'uso dei materiali d'arredo come le maioliche e il ferro battuto e la ceramica decorata alle volte affrescate, ai mobili d'epoca e all'ospitalità calorosa e cordiale offerta in un contesto elegante e raffinato. Palazzo Falla è anche la base di partenza ideale per visitare la città. Si trova infatti a poche centinaia di metri dal Duomo di San Giorgio e dal Castello dei Conti, e a due passi dalla casa natale di Salvatore Quasimodo, in via Posterla.