lunedì 26 aprile 2010

Modica città d'arte, di cultura e di sapori.



Anche il visitatore meno attento non può non accorgersi della dimensione magica di questo centro, della stratificazione storica lunga e gloriosa che si legge nella varietà dei monumenti, chiese e conventi, nella fiera, civile e colta identità, nella attenta ospitalità della gente.

Come succede presso ogni popolo, la gastronomia è in relazione alle caratteristiche territoriali, alla storia, alla cultura del luogo. Quella modicana trae origine dai numerosi popoli che nei secoli hanno dominato questa parte della Sicilia e dalla cucina contadina. Essa conserva inalterate le sue tradizioni che si esprimono in un ampio patrimonio culinario:

scacce dalla sottile sfoglia, ma corpose nel variegato ripieno di gusto; pastieri, pasticcetti di carne trita in versione salata, che diventano 'mpanatigghi, nella versione dolce con mandorle cioccolata e cannella, i lolli che favi, pasta fatta in casa con fave secche, i ravioli con la vellutata ricotta. Ancora tante sarebbero le specialità da menzionare, senza parlare, poi, della pasticceria.

Ma Modica ha un altro merito che vale la pena ricordare: è uno dei rari posti dove l'avvilente uniformità ed appiattimento del gusto, simboleggiata dal Mc Donald's, non ha avuto spazio. La forza del consolidato ampio patrimonio gastronomico, custodito dalle fiere mamme modicane, ha scacciato la multinazionale!!! Un motivo in più e sicuramente convincente per essere inserita fra le mete del buon gusto.

Le Putie ro Vinu(La Bottega del Vino) prendono il nome dalla antica rivendita stagionale di vino. Ma il via vai dei clienti alcuni giorni non era frequente e l'oste, per non lasciarsi prendere dalla noia, spesso invitava amici e conoscenti ad intrattenersi con lui. Autorizzato così dal padrone l'oste cominciò a vendere anche il vino a bicchieri. Ma qualcuno si lamentava, non si può apprezzare il vino senza accompagnarci qualcosa da mangiare: ”cca ci vulia corca cosa unni appujallu”. Così l'oste ancora una volta ricorre al proprietario e chiede di poter essere autorizzato a preparare qualcosa. Fecero così gradualmente la comparsa: l'uovo (ruru), le polpette (A puppetta ri carni), u bullitu (il bollito), L'insalata di polipo (`insalata ri puppi) e altro. Oggi una delle trattorie degne di una “ristoratrice pausa di riflessione” è la nostra

Locanda del Colonnello.Qui si mangiano scacce indimenticabili, buoni e straordinari primi per armonia di gusto e sapori sorprendenti. Il vino è quello giusto, l'atmosfera calda e familiare…

Vi aspettiamo…